VIRTUAL GOURMET THIS WEEK PALAZZO DUCALE VENTURI By John Mariani

Contare gli angeli sulla capocchia di uno spillo sarebbe un gioco da ragazzi rispetto alla stima di tutti i palazzi antichi presenti in Italia. Anche il quartiere più povero sembra aver avuto un tempo un ricco signore in collina che era in grado di mettere insieme le risorse (e le tasse) per creare una dimora in pietra abbastanza sicura e protetta, mentre i più ricchi brandivano la loro ricchezza e il loro potere in meraviglie come Villa d’Este a Tivoli e il Palazzo Reale di Napoli. Secoli di invasioni, disastrose crisi economiche e sconvolgimenti sociali – non ultime le due guerre mondiali del secolo scorso – hanno costretto all’abbandono di molti di essi, che sono andati in rovina. Uno di questi è il Palazzo Ducale Venturi nella piccola città pugliese di Minervino di Lecce. Il paese, sebbene isolato, dista solo 25 miglia da Lecce e 15 minuti da Otranto. C’è poco da vedere nel paese, a parte le varie chiese (alcune chiuse), e la facciata del Palazzo, costruito nel 1500 come roccaforte templare, non promette bene, assomigliando un po’ ad Alamo dopo l’assalto dell’esercito messicano. Ma una volta attraversato un vecchio portone scricchiolante di legno verde, un mondo completamente diverso di lusso italiano si espande da un foyer a un grande salone, a un giardino e a una piscina e a una moderna spa chiamata Area Benessere.

Dubito che il Duca Venturi vivesse in un ambiente che si avvicina al comfort che gli ospiti possono godere ora, con 20 camere e suite, alcune delle quali con antichi murales sui soffitti a volta. La pietra calcarea locale è stata riportata a un pallido splendore dorato e i camini sono stati riaccesi, compreso un forno a legna per la pizza e un accogliente whisky bar dove si può seguire un corso di liquori, seguito da una cena.
C’è una leggenda agrodolce che riguarda il Palazzo, che un tempo aveva un passaggio segreto sotterraneo per il vicino Monastero, dove il Duca si intratteneva con la Badessa. Ma, ahimè, dopo qualche anno si stancò di lei e si mise con una giovane suora novizia che la Badessa, in un impeto di gelosia, fece uccidere e seppellire in un sotterraneo, lanciando una maledizione sulla camera da letto del duca – “Qui morì l’amore” – che fu fortunatamente tolta da Sant’Eligio nel XVI secolo. La stanza, un tempo murata, è di nuovo romanticamente disponibile per il soggiorno.

Quando io e mia moglie abbiamo soggiornato al Palazzo lo scorso autunno, siamo rimasti colpiti dalla fresca quiete dell’hotel, che si estende all’area benessere con la sua serena spa, al bellissimo giardino con i suoi pergolati intrecciati e all’area piscina straordinariamente grande e sotto illuminata. Tutto questo è incantevole sia di notte che di giorno, e la luce della luna lavora meravigliosamente sulle pareti e sull’acqua.

Le camere sono spaziose, con soffitti ad arco in pietra calcarea e pareti dipinte, l’arredamento è nei toni del grigio e del tortora. I bagni sono ampi e molto moderni, la connessione WiFi è esemplare (anche se ho scoperto che T-Mobile non ha copertura nella regione, una mancanza facilmente risolvibile acquistando una scheda SIM per una tariffa di 1,5 euro).

L’arredamento delle sale comuni, dipinte di bianco sporco e che riflettono una grande quantità di luce dalle finestre a tutta altezza, è stato accuratamente sistemato con pezzi d’antiquariato di prima qualità piuttosto che con opere d’arte di dubbia provenienza. Un motivo di verde tenue e rilassante è utilizzato in tutto il legno.

L’intima sala da pranzo con soffitto murale, corredata da tavoli all’aperto che consentono di cenare in giardino o a bordo piscina, è il luogo in cui abbiamo consumato le nostre ricche colazioni (incluse nel prezzo della camera), che spaziavano da pane e dolci a frittelle e formaggi, frutta e succhi di frutta, il tutto servito su un lungo tavolo ben apparecchiato con porcellane locali. Qui si può anche imparare a fare la pizza e lo chef Antonio Russo tiene corsi di cucina, tra cui uno per la pasta che sarebbe stato incorporato nei nostri pasti.

In una delle nostre cene, seduti a un tavolo comune con altri ospiti, abbiamo iniziato con piccole strisce di pesce ombrina impanato. Il piatto di pasta era costituito da maccheroni di pacchero con un ricco ragù di frutti di mare in cima a una passata di pomodoro giallo profumata di maggiorana e condita con uova di lompo rosse. A seguire, calamari teneri ripieni su una salsa di cavolo rosso e per dessert dolci locali, serviti con vini da una carta di prezzo modesto e ricca di bottiglie pugliesi: Piccole Bolle Bianco Negroamaro di Duca Carlo Guarini e Fiano Salento della Cantina Schola Sarmenti.
Come ci si può aspettare, gli americani costituiscono gran parte della clientela del Palazzo, per cui tutti i dipendenti parlano un inglese impeccabile, non da ultimo Angela Venturi, proprietaria e CEO dell’azienda turistica DMC Path e la manager Martina Provenzano, che non sono mai più felici di quando chiedete loro di mostrarvi la loro regione.

Grazie alla sua vicinanza a paesi, città, spiagge e siti storici, il Palazzo ha anche il pregio di essere appartato, il che lo rende tanto una fuga romantica quanto un esempio di moderna ospitalità italiana.

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